Riceviamo e pubblichiamo da www.succoacido.it la recensione di Andreini sulla compilation del MEI, seguono i commenti alla stessa giunti in forma privata dal paziente G.
AA.VV. / Anno 0 n.1 2002 / Materiali Musicali, PmA records, Shinseiki, in collaborazione con MEI, Audiocoop.
A chi è diretto un disco così? Agli amici, ai parenti, alle fidanzatine, alle ragazzine che escono da scuola, da abbordare col book fotografico sottobraccio e la mano pronta a scivolare tra spalla e foderina del sedile fino a toccare il culo? Agli addetti ai lavori? Ai nemici invidiosi, a quelli che non ce l’hanno fatta, a quelli giovani che devono imparare? E a che serve un disco così? A farsi belli, a giustificare le scelte quotidiane con gli zii, a mettere in pari un mixer traballante, a trovare concerti, ad avere un link col proprio nome in più su internet? A parte il delirante titolo e la grafica finto underground e caoticamente incomprensibile, che già fanno mettere il dischetto in questione nella pila dei “questo non li ascolterò mai”, qua dentro c’è il vuoto pneumatico. Tutti gruppi che hanno vinto un qualche concorso, selezione, gara, tombola, riffa, tutti gruppi arrivati, affermati, convincenti, professionali…. Non c’è un’idea, un suono, un arrangiamento, personalità, carisma, interpretazione… non c’è una canzone degna di questo nome, non un nome degno di essere ricordato, non un titolo che dia per lo meno curiosità… Il ventaglio delle proposte copre tutte le correnti in 4/4, dagli AC/DC a Laura Pausini, e mi ha dato un gran mal di testa. Mettiamola così. Da quando mi sono alzato stamattina ho ascoltato Art Ensemble of Chicago, Vinicious con Toquinho, King Crimson, Spike Jones , Gétatchèw Mèkurya, Sun Ra, Lazebiose, Claudio Rocchetti, Charlie Haden, Nina Simone, Mat Pogo, Fiona Apple, Felix da Housecat, Beans e Gino Robair. Adesso sono le sei del pomeriggio. E non mi sento di aver sprecato nemmeno un minuto del tempo che ho passato ad ascoltare musica (mentre facevo la spesa, lavoravo, camminavo, facevo la fila alle poste, preparavo regali agli amici, cucinavo). Poi è arrivato il turno di questo disco. E il confronto è stato schiacciante. Ma la realtà è questa. Il tuo pezzo verrà messo a confronto con TUTTA la musica del mondo, con quella di Kharna Rahm Bhil come quella del neomelodico di turno. E se non sta in piedi crolla. Non esistono le categorie, come nel pugilato; non me ne frega niente se ti nascondi dietro a un milione di siglette “gruppo emergente di base nuova rivelazione debuttante per la prima volta su cd”: se non hai qualcosa di importante da dire stai a casa tua. Ma naturalmente questi ragazzi non sono qui per cambiare la storia della musica (per non parlare del resto): vogliono successo, soldi e un posto al sole. Accomodatevi. Meno male che questi NON SONO i veri gruppi che stanno in giro. A chi le cose le fa davvero non servono operazioni di questo genere. Questa è elemosina, anzi, è accattonaggio. Chi ha avuto (ed ha ancora) qualcosa da dire si prende gli spazi e i modi e lo fa. Ho riletto Scòzzari in questi giorni, e per quanto disprezzi il romanaccio (come altri disprezzano il toscanaccio) chiudo con questa bella citazione: “Le chiacchiere stanno a zero”.
Jacopo Andreini
no, non credo che andreini mi sarebbe un granché sim-patico…insomma, io non ho ascoltato la compilation e sono certo che non ne sentirò la mancanza, anzi sono sicuro che non la sentirò affatto – e forse è in questo la differenza essenziale tra me e andreini…cioè non ho bisogno di ascoltare compilation brutte per sentirmi superiore, e a tal punto superiore da doverlo addirittura scrivere, sì, scrivere che questi ragazzotti stiano pure a casa loro ecc… Comunque mi sembra da buchi di culo sparare a zero su cose del genere, cioè non ci vuole un cazzo a demolire cose di questo tipo. In teoria non ci vuole un cazzo neanche a demolire il disco più bello degli ultimi 10 anni…non so…cold house degli hood? e Dio mi guardi dal farlo seriamente! Ah, se non ci fosse cold house… Ma poi non capisco perché demolire, buttare merda così… Insomma, mettiamo bene in chiaro una cosa: se il problema è che questi ragazzotti fanno musica niente affatto originale, povera di idee e di ispirazione – è la regola…cioè il 90% della musica che c’è in giro a tutti i livelli, e quindi anche partendo “dal basso” -, ebbene, se il problema è questo, non mi sembra il caso di mettersi a sottolinearlo (lo sappiamo già che è così) brutalizzando una compilation di gruppi più o meno emergenti, perché è come scoprire l’acqua calda, e perché non se ne sente davvero l’esigenza…cioè non si sente proprio l’esigenza di leggere frasi come “non me ne frega niente se ti nascondi dietro a un milione di siglette “gruppo emergente di base nuova rivelazione debuttante per la prima volta su cd”: se non hai qualcosa di importante da dire stai a casa tua”. Anche andreini non sembra avere cose così importanti da dire al mondo, almeno non in questa recensione…cosa dovrei dire? andreini, stai a casa tua? no invece…andreini, parliamone, andiamo a bere qualcosa, calmati, non pensare più a quei mascalzoncelli che hanno osato farti perdere tempo, facendoti ascoltare musica priva di dignità, stai sereno, tutto passa…ecco, vedi che va meglio! Ma se il problema è che questi gruppi, non solo fanno musica di merda, ma SOPRATTUTTO se la tirano, ” vogliono successo, soldi e un posto al sole”, citando andreini, ebbene, su questo punto siamo d’accordo e PIENAMENTE d’accordo (è ciò che in sostanza mi divide profondamente da questa gente qui…perché sull’originalità della propria musica, insomma anche della mia, è meglio non parlare! e tuttavia anche su questo avrei cose da dire…cioè, se ci si sente in qualche modo ispirati (e ripeto, SE), l’importante è CHE la musica e-sista, è CHE si permetta alla musica di attraversarti e trasmettersi…e non COME….perché il problema del come già mi sembra vada al di là di ciò che per me, e forse soltanto per me, è l’essenza della musica, che, in quanto puro atto creativo, è del tutto sganciato da fini, scopi, è tutt’affatto gratuito e forse in massima parte inconsapevole. In definitiva, e chiudo la parentesi, quando parliamo di musica autentica – e non orientata teleologicamente ad alcunché – non ha alcuna importanza il problema del COME sia, ma soltanto CHE sia, perché il come può avere peso soltanto in un momento eventuale e successivo, quello in cui l’altro – cioè chi ascolta, e tra chi ascolta metterei anche chi ha “fatto uscire da sé” quella determinata musica, perché, una volta che la musica sia stata “liberata da un soggetto”, anche chi l’ha liberata diviene “altro” dalla musica che ha creato – incontra la creatura/oggetto della creazione musicale: il problema del COME viene in emergenza soltanto a quel punto, allorché si prenderà in considerazione l’eventualità che vi sia affinità tra la creatura e l’altro. Che vi sia la possibilità di una relazione, di una corrispondenza di amorosi sensi tra la musica e l’altro è questione del COME la musica sia. Ma sul fatto CHE la musica sia non si fa, a questo punto, più questione: l’essere è, il non essere non è). Dicevo di essere PIENAMENTE d’accordo con andreini con riferimento al disappunto espresso nei riguardi di chi usa la musica come un mezzo e, aggiungo kantianamente io, non la considera come un fine in sé, ma anche con riguardo a ciò non mi sembra si possa dire che il moralista – in senso buono – andreini abbia fatto una grandiosa scoperta, dicendo che i giovani d’oggi…ops, quei tipi di quella compilation che non ho avuto il piacere di ascoltare ” vogliono successo, soldi e un posto al sole”, sì, e poi sono scostumati, non fanno sedere le persone anziane nei bus, sono sporchi e chiassosi…. – e andreini ha anche dimenticato che quei ragazzotti non solo vogliono soldi e belle recensioni, ma vogliono avere soprattutto successo con le donne! Pensate un po’… ma qui, ahimé, sto forse ritornando quasi serio, la purezza e la gratutità della musica, del puro atto creativo, pensato come mezzo per la propagazione del genere umano…ommioddìo! Ma le cose stanno effettivamente così ed è inutile rinviare alla metafisica dell’amore sessuale di Schopenhauer per comprendere come gli uomini, esattamente come gli usignoli, cantano per farsi strumenti della natura. Non possiamo farci nulla, semplicemente non ascolteremo la musica di chi la pone in essere orientandola teleologicamente…specialmente se il telos in questione è davvero poco nobile (leggi: denaro, donne, successo…). La lezione morale di andreini mi trova d’accordo, lo ripeto. Concludendo, perché ho davvero abusato della tua pazienza, non me ne frega un cazzo se c’è qualcuno che ritiene sia bello che i propri, a quanto pare, orrendi pezzi siano su una “bella” compilation, se vuole avere successo nella vita e con le donne, magari non la ascolterò mai quella cazzo di compilation – e che cazzo me ne dovrebbe fregare? Se mi danno da ascoltare la compilation in questione, l’ascolto non mi rovinerà la giornata (rectius non sarà l’ascolto di questa compilation a rovinarmi la giornata…naturalmente leggi l’affermazione in senso pessimistico, partendo dal fatto che la giornata è già “IN ROVINA”, cioè ponendo l’accento sulle seguenti parole: “l’ascolto di questa compilation”…sono stato chiaro? …in altri termini, i nostri giorni rovinano inesorabilmente, anche se non ci capita di ascoltare musica disonesta o priva di dignità. vanitas vanitatum. l’essere stesso è, per così dire, originariamente in pena: non è il “peccato” (ad esempio la compilation in questione) a creare una incolmabile voragine nell’essere…al punto tale da doversi rendere necessario, in guisa di pena retributiva, l’intervento di una recensione brutalizzante! D’altra parte, siamo seri, in realtà c’è davvero esigenza di ascoltare gruppi musicali, emergenti e non, che non siano gli hood? Noi abbiamo gli hood e non ci serve nient’altro! Restiamo pure saldi nella verità parmenidea e autistica dell’essere.
Paziente G