Jacopo Andreini vs. Paziente G

19 dicembre 2003

Riceviamo e pubblichiamo da www.succoacido.it la recensione di Andreini sulla compilation del MEI, seguono i commenti alla stessa giunti in forma privata dal paziente G.

AA.VV. / Anno 0 n.1 2002 / Materiali Musicali, PmA records, Shinseiki, in collaborazione con MEI, Audiocoop.

A chi è diretto un disco così? Agli amici, ai parenti, alle fidanzatine, alle ragazzine che escono da scuola, da abbordare col book fotografico sottobraccio e la mano pronta a scivolare tra spalla e foderina del sedile fino a toccare il culo? Agli addetti ai lavori? Ai nemici invidiosi, a quelli che non ce l’hanno fatta, a quelli giovani che devono imparare? E a che serve un disco così? A farsi belli, a giustificare le scelte quotidiane con gli zii, a mettere in pari un mixer traballante, a trovare concerti, ad avere un link col proprio nome in più su internet? A parte il delirante titolo e la grafica finto underground e caoticamente incomprensibile, che già fanno mettere il dischetto in questione nella pila dei “questo non li ascolterò mai”, qua dentro c’è il vuoto pneumatico. Tutti gruppi che hanno vinto un qualche concorso, selezione, gara, tombola, riffa, tutti gruppi arrivati, affermati, convincenti, professionali…. Non c’è un’idea, un suono, un arrangiamento, personalità, carisma, interpretazione… non c’è una canzone degna di questo nome, non un nome degno di essere ricordato, non un titolo che dia per lo meno curiosità… Il ventaglio delle proposte copre tutte le correnti in 4/4, dagli AC/DC a Laura Pausini, e mi ha dato un gran mal di testa. Mettiamola così. Da quando mi sono alzato stamattina ho ascoltato Art Ensemble of Chicago, Vinicious con Toquinho, King Crimson, Spike Jones , Gétatchèw Mèkurya, Sun Ra, Lazebiose, Claudio Rocchetti, Charlie Haden, Nina Simone, Mat Pogo, Fiona Apple, Felix da Housecat, Beans e Gino Robair. Adesso sono le sei del pomeriggio. E non mi sento di aver sprecato nemmeno un minuto del tempo che ho passato ad ascoltare musica (mentre facevo la spesa, lavoravo, camminavo, facevo la fila alle poste, preparavo regali agli amici, cucinavo). Poi è arrivato il turno di questo disco. E il confronto è stato schiacciante. Ma la realtà è questa. Il tuo pezzo verrà messo a confronto con TUTTA la musica del mondo, con quella di Kharna Rahm Bhil come quella del neomelodico di turno. E se non sta in piedi crolla. Non esistono le categorie, come nel pugilato; non me ne frega niente se ti nascondi dietro a un milione di siglette “gruppo emergente di base nuova rivelazione debuttante per la prima volta su cd”: se non hai qualcosa di importante da dire stai a casa tua. Ma naturalmente questi ragazzi non sono qui per cambiare la storia della musica (per non parlare del resto): vogliono successo, soldi e un posto al sole. Accomodatevi. Meno male che questi NON SONO i veri gruppi che stanno in giro. A chi le cose le fa davvero non servono operazioni di questo genere. Questa è elemosina, anzi, è accattonaggio. Chi ha avuto (ed ha ancora) qualcosa da dire si prende gli spazi e i modi e lo fa. Ho riletto Scòzzari in questi giorni, e per quanto disprezzi il romanaccio (come altri disprezzano il toscanaccio) chiudo con questa bella citazione: “Le chiacchiere stanno a zero”.

Jacopo Andreini

no, non credo che andreini mi sarebbe un granché sim-patico…insomma, io non ho ascoltato la compilation e sono certo che non ne sentirò la mancanza, anzi sono sicuro che non la sentirò affatto – e forse è in questo la differenza essenziale tra me e andreini…cioè non ho bisogno di ascoltare compilation brutte per sentirmi superiore, e a tal punto superiore da doverlo addirittura scrivere, sì, scrivere che questi ragazzotti stiano pure a casa loro ecc… Comunque mi sembra da buchi di culo sparare a zero su cose del genere, cioè non ci vuole un cazzo a demolire cose di questo tipo. In teoria non ci vuole un cazzo neanche a demolire il disco più bello degli ultimi 10 anni…non so…cold house degli hood? e Dio mi guardi dal farlo seriamente! Ah, se non ci fosse cold house… Ma poi non capisco perché demolire, buttare merda così… Insomma, mettiamo bene in chiaro una cosa: se il problema è che questi ragazzotti fanno musica niente affatto originale, povera di idee e di ispirazione – è la regola…cioè il 90% della musica che c’è in giro a tutti i livelli, e quindi anche partendo “dal basso” -, ebbene, se il problema è questo, non mi sembra il caso di mettersi a sottolinearlo (lo sappiamo già che è così) brutalizzando una compilation di gruppi più o meno emergenti, perché è come scoprire l’acqua calda, e perché non se ne sente davvero l’esigenza…cioè non si sente proprio l’esigenza di leggere frasi come “non me ne frega niente se ti nascondi dietro a un milione di siglette “gruppo emergente di base nuova rivelazione debuttante per la prima volta su cd”: se non hai qualcosa di importante da dire stai a casa tua”. Anche andreini non sembra avere cose così importanti da dire al mondo, almeno non in questa recensione…cosa dovrei dire? andreini, stai a casa tua? no invece…andreini, parliamone, andiamo a bere qualcosa, calmati, non pensare più a quei mascalzoncelli che hanno osato farti perdere tempo, facendoti ascoltare musica priva di dignità, stai sereno, tutto passa…ecco, vedi che va meglio! Ma se il problema è che questi gruppi, non solo fanno musica di merda, ma SOPRATTUTTO se la tirano, ” vogliono successo, soldi e un posto al sole”, citando andreini, ebbene, su questo punto siamo d’accordo e PIENAMENTE d’accordo (è ciò che in sostanza mi divide profondamente da questa gente qui…perché sull’originalità della propria musica, insomma anche della mia, è meglio non parlare! e tuttavia anche su questo avrei cose da dire…cioè, se ci si sente in qualche modo ispirati (e ripeto, SE), l’importante è CHE la musica e-sista, è CHE si permetta alla musica di attraversarti e trasmettersi…e non COME….perché il problema del come già mi sembra vada al di là di ciò che per me, e forse soltanto per me, è l’essenza della musica, che, in quanto puro atto creativo, è del tutto sganciato da fini, scopi, è tutt’affatto gratuito e forse in massima parte inconsapevole. In definitiva, e chiudo la parentesi, quando parliamo di musica autentica – e non orientata teleologicamente ad alcunché – non ha alcuna importanza il problema del COME sia, ma soltanto CHE sia, perché il come può avere peso soltanto in un momento eventuale e successivo, quello in cui l’altro – cioè chi ascolta, e tra chi ascolta metterei anche chi ha “fatto uscire da sé” quella determinata musica, perché, una volta che la musica sia stata “liberata da un soggetto”, anche chi l’ha liberata diviene “altro” dalla musica che ha creato – incontra la creatura/oggetto della creazione musicale: il problema del COME viene in emergenza soltanto a quel punto, allorché si prenderà in considerazione l’eventualità che vi sia affinità tra la creatura e l’altro. Che vi sia la possibilità di una relazione, di una corrispondenza di amorosi sensi  tra la musica e l’altro è questione del COME la musica sia. Ma sul fatto CHE la musica sia non si fa, a questo punto, più questione: l’essere è, il non essere non è). Dicevo di essere PIENAMENTE d’accordo con andreini con riferimento al disappunto espresso nei riguardi di chi usa la musica come un mezzo e, aggiungo kantianamente io, non la considera come un fine in sé, ma anche con riguardo a ciò non mi sembra si possa dire che il moralista – in senso buono –  andreini abbia fatto una grandiosa scoperta, dicendo che i giovani d’oggi…ops, quei tipi di quella compilation che non ho avuto il piacere di ascoltare  ” vogliono successo, soldi e un posto al sole”, sì, e poi sono scostumati, non fanno sedere le persone anziane nei bus, sono sporchi e chiassosi…. – e andreini ha anche dimenticato che quei ragazzotti non solo vogliono soldi e belle recensioni, ma vogliono avere soprattutto successo con le donne! Pensate un po’… ma qui, ahimé, sto forse ritornando quasi serio, la purezza e la gratutità della musica, del puro atto creativo, pensato come mezzo per la propagazione del genere umano…ommioddìo! Ma le cose stanno effettivamente così ed è inutile rinviare alla metafisica dell’amore sessuale di Schopenhauer per comprendere come gli uomini, esattamente come gli usignoli, cantano per farsi strumenti della natura. Non possiamo farci nulla, semplicemente non ascolteremo la musica di chi la pone in essere orientandola teleologicamente…specialmente se il telos in questione è davvero poco nobile (leggi: denaro, donne, successo…). La lezione morale di andreini mi trova d’accordo, lo ripeto. Concludendo, perché ho davvero abusato della tua pazienza, non me ne frega un cazzo se c’è qualcuno che ritiene sia bello che i propri, a quanto pare, orrendi pezzi siano su una “bella” compilation, se vuole avere successo nella vita e con le donne, magari non la ascolterò mai quella cazzo di compilation – e che cazzo me ne dovrebbe fregare? Se mi danno da ascoltare la compilation in questione, l’ascolto non mi rovinerà la giornata (rectius non sarà l’ascolto di questa compilation a rovinarmi la giornata…naturalmente leggi l’affermazione in senso pessimistico, partendo dal fatto che la giornata è già “IN ROVINA”, cioè ponendo l’accento sulle seguenti parole: “l’ascolto di questa compilation”…sono stato chiaro? …in altri termini, i nostri giorni rovinano inesorabilmente, anche se non ci capita di ascoltare musica disonesta o priva di dignità. vanitas vanitatum. l’essere stesso è, per così dire, originariamente in pena: non è il “peccato” (ad esempio la compilation in questione) a creare una incolmabile voragine nell’essere…al punto tale da doversi rendere necessario, in guisa di pena retributiva, l’intervento di una recensione brutalizzante! D’altra parte, siamo seri, in realtà c’è davvero esigenza di ascoltare gruppi musicali, emergenti e non, che non siano gli hood? Noi abbiamo gli hood e non ci serve nient’altro! Restiamo pure saldi nella verità parmenidea e autistica dell’essere.

Paziente G


aforisma di onq per i baci perugina

3 dicembre 2003

le donne sono creature che danno la noia. quando una donna è imprevedibile, lo è per rompere i coglioni. quando una donna dice cose che non sai, di solito non le sai perché non ti interessano.


meta-seghe

3 dicembre 2003

Q: mettere in discussione certe doti anche solo per lodarle è di per sé un insulto. dire “sei bella” significa “non la sei, lo devo affermare perché non è evidente di per sé”. partendo da questo ragionamento, si capisce come ogni affermazione possibile sia una falsità, come la parola sia un metodo di comunicazione anti logico e paradossale, quindi perfettamente inutile per una minima comprensione del reale. l’uomo con la parola si è rovinato con le sue mani, si è preso per la gola con la sua stessa gola.

M: La parola è cosa degna. E’ l’uso distorto che talvolta se ne fa a svilirla, casomai. E ogni affermazione in quanto tale, afferma, dunque impone. L’imporre è in sè concetto sgradevole ma l’imposizione fa ordine e credevo lei apprezzasse l’ordine e la razionalità. l’affermazione è razionale perchè stabilisce una sua verità etraendola dal caos. Dissentendo dall’affermazione lei impone un’opposta verità o una potenziale menzogna. Qui sta il paradosso della comunicazione. Il dissentire dalle altrui affermazioni per imporre le proprie. Non esiste dunque la comunicazione. L’ascolto non è comunicazione. Non esiste interazione. La comunicazione è lotta per imposizione di idee e di affermazioni, di verità e contro verità. L’uomo spesso non possiede alcuna capacità di “inglobare” altre verità fuori da sè. Dunque vede bene, che la malignità di fondo non giace nella parola. Ma nell’uomo. Se non esistesse la parola l’uomo si prenderebbe per la gola a grugniti. o a gesti.

Q: non sono d’accordo con una virgola di quello che voi dite, ma è bello così, se ci fosse identità di vedute non ci sarebbe comunicazione, e sempre lì torniamo. tuttavia nella difformità completa sta la vera uguaglianza. ne parlo anche in un commento di una delle mie opere brutte. (ovviamente valgono molto più i commenti delle opere stesse, come andare al museo e leggere i cartoncini senza vedere cosa c’è nella teca).


Dialogo sui rapporti tra Fruity Loops 4 e l’Autismo

3 dicembre 2003

Q: paziente g, stasera ho letto l’help del piano roll del fruity loops 4. ovviamente leggere e capire tutto l’help del fruity loops sarebbe il lavoro di una vita, ma usandolo un poco per volta, leggendo ogni tanto un capitoletto, può aiutare. come la bibbia: chi l’ha mai letta intera? si spilucca. ho imparato cose del piano roll che non credevo possibili, per esempio la funzione di slide. cioé che tu puoi far fare lo slide, diciamo, a un do e farlo alzare di una quinta, però decidi anche in quanto tempo farlo alzare (velocità dello slide espressa in steps!) e se hai un accordo puoi farlo alzare tutto contemporaneamente di una quinta, o puoi anche scegliere, colorando le note con altri colori, di farne alzare solo alcune. variazioni del pitch di questo tipo, ovviamente, le puoi fare in un’altra dozzina di modi all’interno di fruity loops, e puoi combinarli insieme. puoi fare un canale che si pitcha piano piano all’interno del pattern, e al suo interno puoi variare il pitch delle singole note, o solo di alcune. saranno bei giorni quelli in cui mi avventurerò nel famigerato formula controller, una roba che tu devi inserire formule matematiche e lui ti cambia i parametri a tempo seguendole. per esempio: a+Sin(SongTime*Pi*2*c)*Sin(Time/200)*(b-0.5) dove a b e c sono parametri dell’LFO del pan-o-matic che serve per darti effetti di stereo panning in modo che, se hai le cuffie, ti sembra che un certo suono ti giri intorno alla testa, quindi tu programmi la formula del moto armonico e la applichi al panning. simpatie così. ora tu dirai che uno che si studia queste cose non è un musicista, perché il musicista ha bisogno solo di un walkman e della sua chitarra. o che ha carenze affettive di qualche tipo. io ho carenze musicali, nel senso che ho dei pezzi brutti (gli stessi che avevo già quest’estate) e allora mi invetro nella tecnologia software per migliorarli, ma sotto sotto lo faccio per ritardare il momento umiliante in cui sentenzierò che quella che ho davanti ne è la versione definitiva, e capirò che è una merda senza appello. comunque devi assolutamente procurarti il fruity loops 4, che recide gli ultimi legami che hai con il resto di camera tua, e ti risucchia nel monitor. se fai un pezzo alla settimana puoi fare 5 dischi all’anno, e dimenticarti della figa.

G: non ho capito assolutamente un cazzo di quello che hai scritto sul fruity, è normale?

Q: potrei essere io ad aver perso ogni capacità comunicativa e di relazione col prossimo (=autismo), o forse tu sei semplicemente ancora ancorato a un’idea di musica legata più alla musica stessa che non alla propria competenza nel padroneggiare la terminologia specialistica di fruity loops (=autismo). io credo che l’approccio alla musica contemporanea non sia legato ai risultati registrati, ma risieda nel cazzeggio improvvisato col proprio strumento elettronico o software preferito. quindi un’analisi seria della musica contemporanea dovrebbere prescindere da qualsiasi supporto di riproduzione audio e concentrarsi sulla ricerca diretta, sul campo, dei nuovi talenti del software, che non registrano mai un cazzo impegnati come sono ad imparare le funzioni dei loro strumenti sempre nuovi e invetrandosi coi suoni da essi prodotti per ore e ore ogni giorno. se ci pensi, l’era tecnologica ha riportato la musica al suo stadio più antico, quando non esistevano né registratori, né registrazioni né notazioni per la musica, e la conoscenza della stessa era possibile solo dal vivo, e una ricostruzione impossibile. devo scrivere un articolo colto su questa cosa.

G: no, non è colpa tua se non ho capito un cazzo di quello che hai scritto sul fruity loops…sono io ad essere del tutto incompetente con riguardo alla terminologia specialistica del programma che ha cambiato le nostre fragili vite!!! Io in effetti non sono ancora in grado di mettermi davanti al fruity senza avere prima una idea precisa di quello che il pezzo deve essere…è anche vero però che spesso è il programma a suggerirmi cose che non avevo in mente, perché quando mi metto a realizzare in pratica ciò che ho in testa quasi mai sono in grado di farlo e quindi sono fortunatamente costretto a sbalordirmi di altre soluzioni che mi vengono suggerite al momento da quelle meravigliose manopoline! e lì a quel punto inizia il meraviglioso salvifico cazzeggio!!!

Q: anch’io mi facevo problemi su questo punto, ma poi ho pensato: cosa faccio quando compongo con la chitarra? cazzeggio anche lì, perché non sono abbastanza esperto da prevedere quello che uscirà quando metto le dita in un certo modo, specialmente se uso accordature non standard (cioé sempre). quindi cosa faccio? faccio un po’ di cose a caso finché non mi viene un “giro” che mi suona bene. ma questo si chiama cazzeggio. che differenza c’è dal cazzeggiare con le manopole del fruity? nessuna, e alla fine il tuo pezzo si basa su una combinazione di suoni che stanno bene piuttosto che su un “giro”, il che è molto più nobile e moderno. e soprattutto ti darà risultati più vari, e anche più belli. a meno che tu non parta sempre con un accordo di chitarra di settima minore mandato in avanti e poi a rovescio, perché allora sì ti vengono tutti uguali anche col fruity…

G: il nostro modo di comporre non è, credo, tanto dissimile e la componente di cazzeggio (che potremmo anche chiamare “caso”, o “gli alieni”,o “autismo”) non è assolutamente ostacolata dall’uso di programmi come il fruity loops…c’è un elemento di indeterminazione nell’atto creativo col fruity che non è inferiore per me a quello che accade nel comporre con altri strumenti. Anzi…dirò di più. Dal punto di vista compositivo io sono molto agevolato dal fatto di conoscere poco lo strumento che suono – ad esempio per comporre nuovi pezzi alla chitarra ora sono costretto a sperimentare col cacciavite e/o a cambiare accordatura per poter essere “sorpreso” dallo strumento che sto suonando. In altre parole, se so in partenza che mettendo le dita in un certo modo viene fuori quel determinato accordo, quel determinato suono, perdo la magia della sorpresa del suono nuovo, che è per me fondamentale per scrivere un pezzo nuovo. Il fruity loops conserva per me un indice di indeterminazione abbastanza grande per potermi consentire di scrivere molti pezzi nuovi. Probabilmente per la maggior parte delle persone il momento compositivo è del tutto opposto al mio, perché immagino che la gente componga i pezzi secondo le proprie conoscenze musicali. Io invece cerco di andare contro anche le poche conoscenze musicali che ho! E questo si chiama autismo. Ti riconosci nell’autismo e in tutto ciò che comporta?

Q: sì, la conoscenza di uno strumento è inversamente proporzionale alla capacità di comporre musica partendo dallo strumento stesso, la buona conoscenza dello stesso è invece indispensabile per realizzare compiutamente ciò che prima si è composto. un software che ogni anno o due avanza di versione permette di comporre continuamente con le funzioni implementate nella nuova versione, ed eseguirle con le funzioni vecchie che già si conoscono bene. questa è la perfezione dinamica del fruity loops, perché il fruity loops ha capito che non può esserci perfezione statica, ma solo un miglioramento continuo, che fa un balzo in avanti non appena riesci a sfiorarne l’essenza ultima.


jabberwocky per chi non ne sa nulla

3 dicembre 2003

bella lì, te vai qua: http://www.jabberwocky.com/carroll/jabber/jabberwocky.html dove c’è la poesia che ti dicevo. da ‘attraverso lo specchio’. il disegno penso sia quello che poi non è finito nel libro perché giudicato “troppo sinistro”. io ne ho due traduzioni italiane, non so se ne siano state fatte altre; visto che ho tanto tempo da buttare via a cazzo ti scrivo la prima strofa di ognuna.

versione di masolino d’amico (ufficiale mondadori, credo):

Era brillosto, e i tospi agìluti
Facean girelli nella civa;
Tutti i paprussi eran mélacri,
Ed il trugòn striniva.

versione di bruno garofalo:

Cenorava. E i visciattivi cavatalucerti
girillavano e sfrocchiavano nella serbaja;
mollicciattoli eran gli spennavoli
e gli smarruti verporcelli fistarniurlavano.

come vedi si tratta di una traduzione un po’ problematica, che lascia una *certa* libertà al traduttore. comunque la poesia ha molto più senso di quanto non sembri: humpty dumpty spiega questa prima strofa nel cap.6, carrol ne dà un’interpretazione del tutto diversa in un articolo. ma i traduttori hanno dovuto tener conto di entrambe le interpretazioni! tra le traduzioni più famose, quella tedesca di robert scott (che ha scritto anche un dizionario di greco insieme al padre della vera alice!) e quella in latino dello zio di carrol. insomma è tutto un giro, come spezia e come beautiful, dove tutti hanno becciato con tutti. l’illustrazione col mostro (di tenniel, come le altre) doveva essere la copertina di “attraverso lo specchio” ma carrol decise di optare per il cavaliere bianco dopo essersi consultato con un gruppo di mamme…


Giordano Bruno Guerri

3 dicembre 2003

di giordano bruno guerri ne ho veduto il sito e letto gran parte degli articoli, la biografia e altre cose e non mi sembra proprio questo granché. e somiglia a michael stipe solo nelle tempie, forse. però dovrei vedere gli articoli che scrive ogni giorno, da lì si vede se uno ha le palle o no, perché un sito dove sembro un figo lo so fare anch’io. dove scrive, sul foglio? anche su questo avrei da ridire. io naturalmente ho il mio giornalista/opinionista preferito, non so se ti ho già detto chi è, e ti invito a fare delle supposizioni. il fatto che i giornalisti con le palle siano detti “di destra” non significa necessariamente che lo siano, ora quello che ti dico ti dispiacerà, ma è molto più facile essere buttati fuori dalla repubblica o dall’unità che non da libero o dal foglio o dal corriere o quello che vuoi. è una verità brutta che io ci ho messo un po’ ad accettare ma ora l’ho accettata: la sinistra è dogma, è politically correct, è “questo non si può dire”. e una persona che dice quello che pensa, senza prima controllare se sia compatibile o no con il suo essere di destra o di sinistra, è normalmente bollata come “di destra”, questa è una brutta verità della vita. non significa necessariamente che la destra sia più “libera”, forse solo che le scomuniche da sinistra fanno più rumore, ma questo è. il mio giornalista/opinionista preferito è stato appena trombato in rai, quindi è odiato pure da destra. guerri vedo che ha scritto molte cose sul fascismo, e questo può anche indicare se non una simpatia un’attrazione. ha comunque scritto un libro pure sulle br, ed è certamente una mente libera, come dici tu, comunque critica, ma ripeto che devo vedere gli articoli che scrive ogni giorno, sul sito ce ne sono una decina e il suo modo di argomentare mi sembra piuttosto debole, considerando che probabilmente quello che vedo è una scelta, un “meglio di”, il resto sarà ancora peggio. il pezzo su adel smith e i crocifissi è scritto in un modo infame e non credo di peccare di immodestia se dico che io le stesse cose le ho espresse meglio. idea: quasi quasi faccio l’opinionista. come si diventa opinionisti? ci sono concorsi? adecco ce ne ha di posti per opinionisti? […] MA ASPETTA UN MOMENTO….. ma giordano bruno guerri non sarà mica quello che aveva quel programma su rai3 che si piegava tutto e si metteva per terra e aveva la voce da tossico??? io l’ho sempre amato quello lì, ma dalle foto non mi sembra lui, sembra molto più grasso… lui sì che ricordava maicol staip!!! tra l’altro a me quello mi sembra proprio un comunardo ed è riuscito ad essere tanto idiota da chiedere a carmelo bene all’uno contro tutti al maurizio costanzo show se era fascista. bene ha prontamente risposto con una pernacchia e l’ha messo a tacere per sempre. […] stamattina ovviamente ho letto tutti gli articoli del guerri sul suo sito italianiliberi, che fa insieme a ida magli. ci sono tutti i suoi opinionismi pubblicati quest’anno su “il giornale”. “il giornale”. la maggior parte sono cagate. ma poi si salva quando si mette a confronto con la roba che scrive ida magli, che fa dell’antieuropeismo una ragione di vita, e benché ammetto che si possa essere antieuropeisti, a un certo punto bisogna pure farla finita.